Negro Festival

5-6-7 settembre 2013
piazzale delle Grotte dell'Angelo a Pertosa
GIOVEDÌ 5 SETTEMBRE
ANTRO SUONO: FINAZ,”Guitar solo”
MAIN STAGE: Complesso Bandistico Città di Sassano, diretto dal M° Giandomenico Trotta e fondato nel 1924
- TERRAEMARES - Musiche della tradizione, dal territorio cilentano e vesuviano
- Boban e Marko Markovic ORKESTAR (Ballkan Itinerary - I)
DJ SET FolkDance: Dj LELLO C
VENERDÌ 6 SETTEMBRE
ANTRO SUONO: I Posteggiatori Tristi
MAIN STAGE: Gran Concerto Bandistico Città Vallo di Diano, diretto dal M° Daniele Brando e fondato nel 1996
- MICROBAND
- FANFARA DI TIRANA meets TRANS GLOBAL UDERGROUND (Ballkan Itinerary - II)
DJ SET FolkDance: Dj LELLO C + Dj VITO THE CAST
SABATO 7 SETTEMBRE
ANTRO SUONO: Elsa Martin
MAIN STAGE: Banda de “La Murga – Los Espantapajaros” di Battipaglia
- BANDA OSIRIS
- ROY PACI presenta CorLeone
- MED FREE ORKESTRA
DJ SET FolkDance: Dj VITO THE CAST
NEGRO FESTIVAL_2013 - XVIII Edizione
Compie diciotto anni la manifestazione che si ispira al Negro, fiume sorgivo delle Grotte di Pertosa-Auletta e che, da questa sua acquisita maturità si misura coraggiosamente con alcune novità che ne cambiano leggermente la fisionomia.
Le date innanzitutto, che per la prima volta escono dalla funzionalità (presunta) turistica per favorire un pendolarismo culturale territoriale e residenziale, delineando un ruolo più istituzionale per il NEGRO FESTIVAL che, quindi, si candida a diventare un appuntamento culturale consolidato e affidabile per tutta la comunità territoriale e i suoi visitatori ed estimatori che la frequentano, anche nell’interno alto-cilentano e non solo nella sua stupenda costa.
In questa chiave, il segno dell’avvenuta crescita della manifestazione si coglie anche nella programmazione che, con la sua scelta di sviluppare un tema, accosta proposte dialettiche che in questa edizione, mettono in campo importanti progetti artistici internazionali e realtà nazionali e locali ma di grande respiro creativo, come nel nostro costume.
In un’apoteosi del concetto bandistico, celebrato attraverso l’eccellenza che il territorio produce sul piano dei grandi complessi tradizionali, che apriranno il concerto del palco principale ogni sera, si passa attraverso il suo apparente rispetto semantico, alla sua in qualche caso trasgressiva, parodia, esaltandone la grande capacità della tradizione popolare di misurarsi con la musica “alta” e di organizzarsi per produrne valide interpretazioni.
Come una normalissima comunità, la musica popolare muove dinamiche e fisionomie artistiche che, soprattutto per gioco, abbiamo voluto immaginare in “BANDE, BANDITI, SBANDATI”, protagonisti ed interpreti della propria musica, a volte di tradizione ma spesso, anche nel suo versante sperimentale e di ricerca con “Altrosuono”, d’ispirazione popolare.
Diventa interessante così immaginare chi, tra gli artisti e i gruppi in cartellone, faccia parte ora delle bande, ora dei banditi o, ai margini della ricerca solitaria, degli sbandati.
Naturalmente tutto si svolge sotto l’alto “banditaggio” del COMPLESSO BANDISTICO CITTA’ DI SASSANO, fondato nel 1924 e diretto dal M° GIANDOMENICO TROTTA, che GIOVEDÌ 5 Settembre aprirà il festival, con un primo concerto tardo pomeridiano nella piazza della cittadina di Pertosa e poi, all’interno della manifestazione, seguito il giorno dopo, VENERDÌ 6 Settembre dal GRAN CONCERTO BANDISTICO CITTA’ VALLO DI DIANO, di recente fondazione (1996) e diretta dal M° DANIELE BRANDO, mentre SABATO 7 Settembre, a conclusione dell’esperienza un po’ “sbandata”, ecco la BANDA DE “LA MURGA – LOS ESPANTAPAJAROS” di Battipaglia, coordinata da BENEDETTO BATTIPEDE ed ispirata ai temi sociali della tradizione argentina che, come in apertura anche in chiusura, eseguirà una session ritmica nella piazza di Pertosa per poi trasferirsi al piazzale delle grotte per l’apertura della serata conclusiva.
Quindi, se persino nell’austero mondo bandistico si segnalano sbandamenti, cosa avviene nella programmazione del festival, specialmente in quella sua “lab-caverna”, che è “ANTROSUONO” e che è dedicata proprio ai confini della ricerca e, quindi, covo per elezione di sbandati?
GIOVEDÌ 5 Settembre sarà FINAZ ad esporsi per primo, col suo nuovo progetto musicale “GUITAR SOLO” in cui l’elettronica svolge una funzione di supporto che gli consente di suonare come una “mono-banda”, intorno alla sonorità più tradizionale del nostro ancestro musicale, la chitarra.
VENERDÌ 6 la regolarità dell’esecuzione musicale verrà messa in discussione, sia nella dimensione espressiva del teatro popolare che dell’esecuzione musicale, da I POSTEGGIATORI TRISTI, un quartetto che rappresenta la triste devianza che la canzone popolare può assumere se lasciata nella cultura solitaria e depressa (e perciò fortemente “triste”) della “posteggia”, assumendo la definizione di “Canzone Napoletana Riveduta e Scorretta”, collocata tra le “macchiette” comiche e le “canzoni di giacca” drammatiche della tradizione partenopea. Quando il sorriso può farsi amaro.
SABATO 7 invece, la forma canzone più classica che propone ELSA MARTIN, accompagnata dal chitarrista MARCO BIANCHI, darà più eleganza allo sbandamento artistico, grazie ai testi poetici e raffinati che si misureranno con la lingua friulana e le coraggiose escursioni tra atmosfere jazz e tradizione. La proposta giunge al NEGRO FESTIVAL sulla scia dell’intesa con il PREMIO PARODI, manifestazione che l’omonima Fondazione organizza in Sardegna per valorizzare la canzone di ispirazione etnica e che consente all’artista vincitore di partecipare di diritto ad “AltroSuono”.
Ma l’irregolarità non è sempre o solo negli anfratti bui delle grotte. Anche sul luminoso palco principale potrebbero agitarsi spettacolari trasversalità a una o più delle categorie tematiche. Succede così che, GIOVEDÌ 5 Settembre, al rigore della ricerca sul repertorio cilentano e dell’area vesuviana dei TERRAEMARES, giovani musicisti della zona che tengono viva la tradizione coinvolgendo il pubblico “live” dei loro concert anchei con animazioni di danza tradizionale, faccia seguito il “banditismo artistico” della BOBAN I MARKO MARKOVIC ORKESTAR, tredici musicisti che, dalla Serbia si portano dietro il loro bagaglio musicale, geneticamente e orgogliosamente “rom”. Viene definita la migliore “brass band” al mondo per il loro impatto dirompente e una potenza sonora fuori dal comune: con effetti trascinanti e travolgenti.
Il loro concerto è parte di “BALLKAN MUSIC ITINERARY (I)” un progetto curato dalla BALLKAN WORLD MUSIC Management e che si prefigge di divulgare il ricco mondo della cultura balcanica, non solo della tradizione musicale ma anche della nuova ricerca, in pieno fermento dopo la caduta del muro di Berlino e la conseguente apertura all’Europa.
E se le agitazioni frementi e balcaniche non si sono ancora esaurite, prima che il sole sorga, ecco le stimolazioni del DJ set di folk/dance dalla consolle di DJ LELLO C,al secolo ANTONELLO COLETTA.
Cresce dunque la confusione che il Negro Festival 2013 vuole indurre intorno ai luoghi comuni della musica (e più complessivamente dell’arte) popolare.
VENERDÌ 6 Settembre la provocazione è palese: quale sarà l’effetto nell’accostare sul grande palco la MICROBAND il duo di musicisti classici, vocati alla comicità attraverso violini suonati con archetti invisibili, chitarre che si trasformano, flauti che compaiono dal nulla, in un diluvio di note, gags e altre incredibili invenzioni dal loro “CLASSICA for DUMMIES! (Musica Classica per Scriteriati)” e la FANFARA DI TIRANA al loro incontro con i TRANSGLOBAL UNDERGROUND? I due gruppi, entrambi dal forte carattere identitario, intesseranno un dialogo autenticamente internazionale e paradossalmente apolide, (“ … dove le frontiere si cancellano: Tirana diventa Londra e il Tamigi sfocia nel Gange …”).
Reduci dal loro recente CD “KABATRONICS”, mettono coraggiosamente in dialogo la cultura balcanica della fanfara della più importante, storica e autorevole band albanese, con la “world fusion” o meglio il “mesh up” di sintesi occidentale. Una sorta di “stele di Rosetta” che segnerà un passo avanti nella contaminazione. superandola in nome di un suono assolutamente libero, segno di un cordone ombelicale tra Londra e Tirana destinato ad influenzare la musica internazionale dei prossimi anni.
Nelle intenzioni della BALLKAN WORLD MUSIC Management, questo seconda proposta del “BALLKAN MUSIC ITINERARY (II)” intende approfondire la capacità della cultura musicale balcanica di affrontare il futuro delle proprie radici musicali, mettendole in gioco con la fantasia espressiva dei britannici, ma musicalmente apolidi, TRANS GLOBAL UNDREGROUND. Una riflessione che dovrebbe coinvolgere tutte le culture staticamente autoctone.
A reiterare la cultura dell’incontro che anima la serata, la gestione a doppia mandata del DJ set: DJ LELLO C si alternerà a DJ VITO THE CAST, nome d’arte di VITO CASTELLI, in uno scambio di selezioni musicali destinate a tenere in movimento la circolazione sanguigna periferica delle gambe.
Infine, nella serata di chiusura di SABATO 7 Settembre, dovremmo assistere al sovvertimento delle appartenenze. Niente potrà apparire più ordinato del rigoroso, ma in realtà micidialmente trasgressivo, del clownesco lavoro musicale della BANDA OSIRIS, quattro virtuosi di ottoni col “botto”, abbigliati da musicisti classici in frac, che giocano a smontare e rimontare brani del repertorio classico, accostandoli ai grandi brani, rock e cantautorali, attraverso incursioni da grande teatro comico e, anche acrobaticamente, circense.
Ma il coraggio del neo diciottenne Festival si evidenzia soprattutto con il coraggio del grande ROY PACI che presenta “CORLEONE”, il suo nuovo e più contemporaneo progetto musicale, che lo porta a mettere il suo virtuoso flicorno, sostenuto da una masnada di compari (sbandati?), al servizio di un percorso progettuale che, richiamandosi anche alle marce funebri della sua giovanile formazione bandistica catanese, supera le definizione di genere, avvicinandosi al neologismo “no jazz”, per percorre più semplicemente – e coraggiosamente – gli impervi sentieri della musica sperimentale.
Ed anche la conclusione, affidata alla romana MED FREE ORKESTRA non porterà soluzione al quesito. La formazione infatti fa parte della nuova esperienza delle bande multiculturali delle periferie cittadine, trasformate da aree di disagio in zone sempre più creative e vivibili; un fenomeno a cui il Negro Festival è da sempre attento e che ormai rappresenta la musica futura delle nostre metropoli, composta e suonata dai nostri nuovi vicini neo-italiani.
La chiusura “folk/dance”, dopo il passaggio di consegne della notte precedente, è affidata a DJ VITO THE CAST e alla sua proposta di compilazione. Ora il sole può sorgere.
Regolari come bande, incursori come banditi, imprevedibili come sbandati gli artisti in cartellone quest’anno accoglieranno il pubblico con una potenza di fiati e di ritmo da costringerlo a muovere i piedi o il cervello, ma come probabilmente accadrò, entrambi; per una vera e propria festa di compleanno che, soprattutto per i diciotto anni del NEGRO FESTIVAL non poteva tralasciare il regalo: un nuovo, splendente sito web, curato da Luciano De Lauso e consultabile al
Un ultima informazione sul prezzo del biglietto, che, nella sua formula collaudata, prevede un costo di 10 € per la prima serata e la consueta possibilità di utilizzare il tagliando per gli accessi gratuiti alle altre due serate che, invece, avranno singolarmente un biglietto di 5 €. |