Si è conclusa ieri, a Sala Consilina, la manifestazione dedicata all’eroe dei due mondi. Nell’ultima delle “Giornate Garibaldine”, c’è stato spazio per il folklore, la musica e la storia. Ecco come andarono effettivamente le cose quel 5 settembre di 144 anni fa. Lo hanno spiegato illustri ospiti, relatori del convegno “Garibaldi e garibaldini”, tenutosi sabato sera, presso la scuola elementare del centro di Sala Consilina. Era il 1860, l’unità di Italia finalmente vicina. Nel Vallo di Diano, si era diffusa la notizia dell’imminente arrivo di Giuseppe Garibaldi e dei famosi Mille. Donne e bambini lo aspettavano per vederlo, gli uomini per seguirlo come volontari, fino alla battaglia del Volturno. Il Vallo di Diano si era già ribellato ai Borboni. L’accoglienza per Giuseppe Garibaldi fu calorosissima. Il promotore e il capo della spedizione dei Mille arrivò da Sapri nel Vallo di Diano in carrozza, con solo quattro dei suoi uomini. I Mille erano indietro. Ma bastò che si diffondesse la notizia del loro imminente arrivo per seminare il panico nelle file borboniche, che si sparpagliarono. Il professore Italo Gallo, presidente della società salernitana di Storia Patria, ha raccontato una chicca che non si trova sui libri di storia. È il racconto di un suo prozio, che all’età di otto anni e mezzo fu testimone dello storico passaggio. Quando Garibaldi, dopo essersi fermato una notte a Buonabitacolo, raggiunse il bivio di Padula, si fece indicare il posto dove erano caduti gli uomini di Pisacane, per rendere loro omaggio. Sulla collina di San Calione, quel giorno c’era gran folla, compresi i frati francescani della Certosa di Padula. Intorno alle 13,00, Garibaldi giunse a Sala Consilina. Dal Palazzo di Città tenne il saluto ufficiale. Poi, il tempo di ristorarsi e partì per Salerno, da dove in treno raggiunse Napoli, già abbandonata da re Francesco II di Borbone. Al di là della ricerca storica, la manifestazione delle “Giornate Garibaldine” ha visto sfilare in costume, ieri pomeriggio, mille tra figuranti e cavalieri – preceduti da un manipolo di tamburini. Rispolverati i valori del Risorgimento e dell’unità d’Italia. “Altro che federalismo e devolution con cui ci vogliono far tornare indietro di centocinquanta anni” ha sentenziato il Sindaco di Sala Consilina, Gaetano Ferrari. La festa delle camicie rosse, organizzata dalla Pro Loco di Sala Consilina, ha visto un momento dedicato a John Martin, salese, trombettiere del generale Custer e unico superstite della battaglia di Little Big Horn. Ospite d’eccezione di quest’edizione, il Ministro Consigliere d’Ambasciata Americana, Mr Dwyer. A stuzzicare l’attenzione del diplomatico lo spessore della manifestazione. Mr Dwyer ha mostrato molta soddisfazione per l’omaggio del presidente della Pro Loco di Sala Consilina, Erminio Cioffi: la riproduzione di una camicia rossa garibaldina. La kermesse si è conclusa con l’imponente voce del Maestro Ernesto Radano, che si è esibito accompagnato dall’orchestra di Guido Cataldo. In piazza Umberto I. |