La Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita dalle Nazioni Unite con la risoluzione n.54/134 del 1999, nacque per commemorare la tragica vicenda delle tre sorelle Mirabal. Da 10 anni ogni 25 novembre ci si sofferma a riflettere sulla violenza di genere, perché il 25 novembre del 1960 Minerva(34 anni), Patrizia Mercedes(26 anni) e Maria Teresa(24 anni) Mirabal furono violentate, pugnalate e strangolate per ordine di Rafael Leonidas Trojillo, dittatore della Repubblica Dominicana. Tale efferato delitto provocò nella coscienza popolare un tale moto di ribellione che, dopo pochi mesi dal vile assassinio delle sorelle Mirabal, la democrazia ritornò nel paese. La gente, difatti, le stimava ed apprezzava perché erano determinate ma nel contempo amorevoli, come “ le farfalle “. La quarta sorella, Belgica Adele, ne trasmise il ricordo alla scrittrice Julia Alvarez e così nacque un piccolo capolavoro letterario “ Il tempo delle farfalle “. A distanza di quasi 40 anni il loro battito d’ali arrivò fino a New York, inducendo l’ONU ad istituire la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, al fine di sensibilizzare governi, istituzioni e società civile al problema della violenza di genere.
Il 25 novembre di ogni anno le donne si confrontano sul tema, partendo dall’analisi dei dati che sono esemplificativi della gravità del fenomeno. Andando a riguardare agli elaborati Istat che concernono il nostro paese, 6,7 milioni di donne tra i 16 ed i 70 anni hanno subito violenza fisica o sessuale nel corso della vita, 7,1 milioni di donne sono state o sono vittime di violenza psicologica, 2,7 milioni di donne hanno sopportato comportamenti persecutori ( stalking ), il 69,7% degli stupri è opera di un partner ex o attuale, il 17,4 % degli stupri è compiuto da un conoscente, solo il 6,2% ha come autore un estraneo. Nel mondo, purtroppo, il 93 % delle violenze causate da un partner non viene denunciato: molestie, violenze psicologiche, stupri, tratta, acidificazione persecuzioni, mutilazioni dei genitali, spose bambine. Per contrastare questa turpe mattanza appare necessario non solo porre in essere azioni repressive del fenomeno in sé, ma determinarsi in un cambiamento radicale della cultura che lo giustifica e che opprime sempre più le donne, facendole sentire rassegnate ad un destino fatto di violenza fisica e psicologica.
“ Il battito d’ali “ delle sorelle Mirabal sollecita il nostro impegno e, per quanto è nelle nostre possibilità e capacità, saremo vicino ad ogni donna che, incontrata nel nostro percorso di vita, ci chiederà aiuto anche in silenzio, perché non riesce ad urlare il dolore della sua condizione di donna abusata. Il nostro contributo potrà essere un piccolo tassello, ma siamo convinte che anch’esso riuscirà a scatenare “ l’uragano “ della mobilitazione. Non sappiamo quando si verificherà, ma siamo fermamente convinte che risvegliare le coscienze civili di donne ed uomini sia fondamentale, al fine di porre in essere azioni forti e concrete che riconoscano e tutelino ad ogni donna il diritto di essere libere di vivere in piena sicurezza, sia in famiglia che in ogni altro contesto sociale.
Maddalena Robustelli
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