Sicurezza, servizi all'utenza, tutela del passeggero, priorità indispensabili che però, sulla tratta ferroviaria Battipaglia-Potenza, risultano optional, anzi, spesso diventano elementi inesistenti che si traducono in conseguenze che solo il caso, per fortuna, non fa divenire tragedie. Almeno finora. L'ultimo incidente di domenica mattina - una frana ha ostruito i binari provocando danni ad un mezzo diretto a Potenza e spaventando non poco i passeggeri - è il segnale di un male che viene da lontano, da anni di completo abbandono che regna sulla tratta, in gran parte concentrata in aree montane. I 90 km di strada ferrata sono a singolo binario, impongono ai macchinisti velocità ridottissime, al massimo a 110-120 km all'ora, anche per gli Eurostar, sintomo di un armamento dei binari poco solido. Pene note, eppure non vi è nessun progetto di potenziamento, di un intervento che possa rendere più competitivo questo tratto, come altri, nei quali si effettuano lavori per alta velocità, sistemi informatizzati ad alta capacità, doppi binari. Invece, qui solo rattoppi, e spesso solo in concomitanza di un incidente. La tratta, peraltro, è incustodita, quindi ai limiti della sicurezza, con fondi agricoli intorno non recintati e con animali che spesso invadono la linea, così come le frane, che giungono sui binari con facilità. Un problema che attanaglia anche la tratta Buccino-Lagonegro, interessata pressoché dai medesimi problemi. Le aree del Sele, del Tanagro e Vallo di Diano, dunque, si presentano lontane dagli standard di sicurezza ed efficienza, ma anche lontani dall'offerta di servizi adeguati all'utenza. «Eppure di serie B proprio non siamo - dice il sindaco di Campagna, Biagio Luongo - Bisogna mettere mano alla tratta, immediatamente. Quanto è successo domenica, ma che si è verificato anche in altre occasioni, è il segnale dell'abbandono. Eppure l'area ha una grande capacità economia e bisognerebbe interpretare questa capacità in chiave di sviluppo possibile, anche attraverso l'utilizzo della strada ferrata». Mobilità umana da una parte, con l'attenzione alla sicurezza e ai servizi, dunque, ma anche un intervento che guardi all'economia e all'utilizzo del treno quale mezzo di trasporto merci, su questo punta Luongo, che invece fa un esempio di cosa accade: «La stazione di Campagna-Persano, oltre ad essere chiusa, spesso è bypassata dai bus sostitutivi. Mi chiedo quale utile possa avere una stazione se non la si utilizza, malgrado abbia un elevato bacino d'utenza». L'utilizzo delle stazioni, il potenziamento dei servizi, più orari e naturalmente più sicurezza sono stati i temi sui quale gli amministratori locali si sono ritrovati intorno ad un tavolo. Lo hanno fatto anche alcuni mesi fa, a Contursi Terme, per analizzare e denunciare i tanti problemi, oltre la sicurezza, quindi per avanzare proposte. Tra le problematiche emerse la poca manutenzione dei mezzi - a volte le porte non si aprono o non si chiudono - biglietti introvabili, assenza di obliteratici, stazioni chiude e passeggeri lasciati alle intemperie come Campagna, Buccino, Romagnano al Monte, quindi la necessità di più corse (in mattinata ci sono 7 ore e mezzo di vuoto, l'ultimo treno la sera, da Salerno, è alle 18,57). Da alcune settimane sul tavolo dell'assessore provinciale ai Trasporti, Rocco Giuliano, giace una proposta che dimostra come, senza costi aggiuntivi, tra Buccino e Salerno, si potrebbero avere cinque corse in più. Su di essa si attendono risposte. Intanto, qualche tempo fa il ministro Mattioli rispondendo ad un'interrogazione sulla tratta Sicignano-Lagonegro, individuò delle responsabilità proprio in capo alla Provincia.
MARGHERITA SIANI
tratto da: www.ilmattino.it |