Homero "Acho" Manzi: padre del tango migrante
Ospite illustre a Salerno e nel Vallo di Diano: il maestro Acho Manzi. Personaggio di spicco della cultura e della musica in Argentina ha dedicato tutta la sua vita ed ogni sua energia a far conoscere nel mondo l’opera del padre Homero Manzi “tanghero figlio di italiani”, autore indiscusso di versi per le musiche di tango e sceneggiatore di numerosi film sulla vita degli italiani in Argentina.
Il testo più famoso è sicuramente il tango Malena, successo leggendario che farà il giro del mondo per la bellezza e la musicalità dei versi. Acho Manzi, figlio di emigranti in Argentina di origini pollesi, vive a Buenos Aires, promotore dell’opera artistica paterna e Vicepresidente dell’Associazione ‘La Casa di Polla’, fondata nel 2006 da Giovanni Cafaro e da Helda Stabile, co-presidenti impegnati attivamente e con grande senso di responsabilità e passione rispettivamente in Italia e in Argentina.
La “Casa” è punto di riferimento dei tanti emigrati che vogliono tener vivo il legame con le proprie radici e conservare la propria identità culturale. L’associazione italo-argentina promuove anche attività prestigiose, come il progetto di ricerca dal titolo tango migrante in collaborazione con l’Università di Salerno, in particolare con i Prof.ri Giuseppe D’Angelo e Marcello Ravveduto del Dipartimento di Scienze Storiche e Sociali.
Lo scorso anno Acho Manzi è stato inviato a partecipare ad un importante convegno che si è svolto a Roma presso la Camera dei Deputati proprio sul Tango Emigrante, per ricordare e celebrare il centenario della nascita del padre. Rapporti di collaborazione anche con la Provincia di Salerno, nello specifico dell'assessore alla cultura Gaetano Arenare e con l’Ambasciata argentina in Italia, enti che da sempre organizzano attività per promuovere la tradizione e il patrimonio culturale italo-argentino. Acho Manzi è oggi cittadino onorario del comune di Polla, piccolo centro del Vallo di Diano, motivo di profondo orgoglio per tutta la cittadinanza del comprensorio valdianese.
tratto da: www.italia-news.it
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