SUCCESSO DI STAMPA
Sogno di una notte dell’incipiente estate
Roberto De Luca
Avendo notato lo strabiliante successo di stampa di questi ultimi due giorni (praticamente pochissime pubblicazioni delle notizie spedite alle testate giornalistiche) sento la necessità di cavalcare l’onda del successo per raccontarvi un altro episodio, frutto di un sogno notturno in queste calde notti della presente incipiente estate. Nel sonno ho dovuto confrontarmi con una questione assillante, dopo aver fatto una tonificante doccia al risveglio di un giorno di vacanza. Sogno di ricevere la visita di un padre di famiglia che si vuole consigliare con me. Che dire, la notorietà acquisita grazie alle mille e mille interviste televisive sulle varie cosucce che si vanno raccontando, stanno facendo da cassa di risonanza. In sogno può succedere anche che la TV locale più seguita mandi in onda un mio intervento senza tagli. Sarà stato così. Salvo poi vedere quante sono le volte che mi sono recato, nella realtà, negli studi delle TV locali: si contano sulle punte delle dita e, nella maggior parte dei casi, le interviste scottanti sono state tagliate o mai mandate in onda. Ricordo di quella volta che osai dire che la camorra gestiva il business dei rifiuti (quelli solidi urbani) ad un dibattito, mentre un politico locale dissentiva: diceva che era una cosa impossibile e, soprattutto, non provata. Da allora nessun dibattito aperto alle mie parole. Qualcuno aveva suggerito ai redattori di non dare ascolto a quelli che dicono le cose tanto per dire (nella fattispecie, il sottoscritto)? Ero andato alla trasmissione con un libro, dopo essermi documentato per bene. La storia di questi giorni, di Gomorra, del Casertano, dei processi che si vanno celebrando, non fanno altro che confermare quella tesi avversata da quella che si vuole che sia la verità locale ufficiale. Un altro ricordo è quello relativo al mio parlare di ambiente e di sacco delle vallata da parte dei costruttori di capannoni abbandonati (lasciati là dopo aver intascato qualche finanziamento?). Venni aggredito verbalmente subito dopo una conferenza da un imprenditore locale, che minacciò di portarmi in tribunale. Le aggressioni verbali non mi sono mai mancate, ma quelle che più feriscono, in genere, sono le bugie per mettere a tacere le persone scomode; e non mi riferisco solo alla mia persona.
Tuttavia, torniamo al mondo dei sogni. Avrò immaginato, certamente, che sia stato solo il mio atteggiamento verso il prossimo a cui dovevo l’onore di quella visita mattutina. Una visita di un papà di famiglia al mio risveglio, deve essere una cosa non da poco, sognavo. In genere, si aspetta la sera per fare le visite di cortesia. Quello doveva essere un argomento scottante. Il dilemma di quest’uomo che nel sonno mi appariva già ben curato e molto ben sveglio (mentre io mi ero appena svegliato, eppure ancora dormivo) era la sua famiglia, la sopravvivenza, il lavoro. Mi chiedeva se fosse meglio far finta di non vedere che sulla sua busta paga vi era una retribuzione più alta del salario che poi effettivamente percepiva, oppure fosse opportuno far presente la cosa a chi di dovere. Impaurito, naturalmente, di questa confessione, fatta col cuore in mano, da quello che appariva dalle vaghe immagini della realtà che si hanno nei sogni, mi implorava di non svelare la sua identità. Mi diceva: se non parlo, le aumentate esigenze familiari (bollette che aumentano, costo della vita in crescita, etc.) faranno di noi una famiglia sempre più povera; se, al contrario, provo a parlare, forse la mia famiglia non avrà nemmeno di che vivere: perderei addirittura il lavoro.
Il mio scoramento, di fronte a tale drammatico sogno, lo potete immaginare. E’ stato così che ho preso il contatto con la realtà, risvegliandomi. Turbato, ho provato a pensare se una cosa del genere potesse essere vera. Ho provato ad immedesimarmi nella posizione di quel papà che mi è apparso in sogno. Lo scoramento, nella vita reale, è aumentato. Non riuscivo a trovare altra lettura di questa ipotetica realtà se non l’egoismo umano e l’ipocrisia di gente che, reputandosi “per bene”, è poi capace di mettere in atto le più efferate delle ingiustizie sociali. Se una cosa del genere succedesse nella vita reale, ho detto tra me e me, non avrei più il minimo rispetto per le persone che potessero fare questo ad un papà di una famiglia in difficoltà. Questo papà, nel sonno, non mi ha detto quanti figli aveva. Se lo incontrerò di nuovo, però, nelle mie malate fantasie notturne, vi dirò anche questo, senza mai svelarvi la sua identità, per non ferirlo ancora di più. |