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Vi racconto l'assurdo..se vorrete ascoltarmi


21-06-2008

Se andiamo a leggere le dichiarazioni rese dagli organizzatori della sagra culinaria della Valle delle Orchidee su ValloWeb, prima della trasmissione televisiva, nella quale è stato presentato il menù a base di orchidee, contestato dal Gruppo Italiano per la Ricerca sulle Orchidee Selvatiche (GIROS), notiamo che si fa esplicito riferimento al fatto che l’orchidea è commestibile e che i piatti, che verranno successivamente presentati alla RAI, sono a base di orchidee selvatiche del luogo. Salvo poi a rimangiarsi tutto. Anche le orchidee.

La manifestazione in sé non è da bocciare, tuttavia. Epperò, lo spirito che anima alcuni personaggi è il solito: il danaro, il finanziamento, l’affare. Avevamo messo in rilievo che nessuna struttura ricettiva ricadeva all’interno del territorio di Sassano. L’unica, di dimensioni medio-grandi, ricade all’interno del territorio di Monte San Giacomo. Alcuni dicono che serve il territorio di Sassano. Ribadisco, allora: sia anche il contribuente di Monte San Giacomo a finanziare l’evento. Mettevo poi in luce il fatto che, da voci di paese, si sospetta che la villa dell’ex-sindaco, attuale vice-sindaco, sarà forse adibita a struttura ricettiva, grazie a dei finanziamenti regionali. Allora, tutta la spesa per la sagra culinaria sassanese sarà ben giustificata. I finanziamenti di cui si parla sono dell’ordine di centinaia di migliaia di euro. Onore al merito. Salti chi può.
Salvo poi a rendere inguardabili le acque del Cavarelli. Un fiumiciattolo importante che scorre tutto all’interno del territorio di Sassano. Nasce da sorgenti a Sassano, ed ivi percorre placidi sentieri, tutti percorribili a piedi. Lambisce la villa comunale di Silla, fiore all’occhiello di questa amministrazione, che ha fatto un affare nel ritornare in possesso, spendendo oltre dieci volte quello che aveva incassato, un terreno del demanio finito nelle solide mani di privati. Si porta vicino le Scuole Elementari di Silla, dove studiano i nostri bambini. Le acque del Cavarelli sono “spumeggianti” soprattutto nei giorni di fine-settimana, quando, anche se si allerta l’ARPAC, questa struttura è ferma. “Chiamo l’ARPAC”; “faccio il fax all’ARPAC”, è la sola cosa che si sente dire dal comando dei vigili, che così rimuove il problema, quando la schiuma fetida ammazza anche i serpi del fiume, immortalati nella loro agonia anche dai Carabinieri. E ti va bene che non ti ridono in faccia, quasi a dire: “Ma questo fesso ancora non ha capito niente della vita e degli affari del posto? Ma che vuole da noi, che vogliamo solo campare tranquilli?”.  Piazza pulita, allora, per la fauna acquatica; piazza affari per chi lucra sulla nostra salute e sul nostro ambiente. I fessi ad arrabbiarsi, i dritti ad arricchirsi. Ma qui gli organizzatori delle manifestazioni culinarie sono imbelli, visto che l’ambiente non è il loro campo. O no?
Ma la cosa che più sconvolge è il modo in cui la nostra amministrazione ha trattato il boschetto paleo-palustre di Ponte Cappuccini. Se chiedete ad un cacciatore, vi saprà elencare tutte le specie di volatili che albergano in quel pezzo di paesaggio, che ricorda la vallata in origine, prima delle bonifiche. Quello che io vedo, dalla mia abitazione, è solo una festa di decine e decine di taccole, la sera, all’imbrunire. Tornano dalle montagne e, gracchiando amabilmente, si portano sulla parte più alta del boschetto a formare una roteante nuvola nera. Si calmano, poi, quando sono tutte arrivate all’appuntamento. Forse si contano. Sono un centinaio. L’amministrazione non ha tenuto conto che la Comunità Montana ha individuato, nella carta di destinazione d’uso del territorio, quella zona come AREA DI PREGIO AMBIENTALE. Delibera del Febbraio 2003. Uno studio di esperti, tra i quali un sassanese, ha riconosciuto pregevole il boschetto. Spregevole allora la sua deturpazione? Ma no! Incuranti delle brutte figure che essi potrebbero fare, come nel caso delle orchidee, i nostri amministratori dicono che bisogna creare posti di lavoro. Ebbene, in un territorio a vocazione agricola e ambientale si creano posti di lavoro (o li si distruggono?) eliminando le risorse ambientali del territorio? Dicono che preservano i boschetti! I boschetti? Ma se due sono le macchie, dalla definizione stessa di bosco si evince che non possono essere considerati due i boschetti! Rimuovono la continuità biologica, costruendo una strada tra le folte macchie. Si erano forse accorti dell’errore quando si fece loro presente questo. Prontamente commissionano uno studio al solito sassanese ed ad un parente del responsabile dell’ufficio tecnico, tanto per far le cose in grande. Bisogna salvare la continuità biologica: questo il messaggio. Ebbene, il progetto originario dell’insediamento industriale, forse, non doveva essere modificato. In una riunione di Consiglio Comunale, infatti, il capogruppo della minoranza (non opponente) della scorsa amministrazione, che attualmente ricopre una carica di responsabilità affidatagli dalla Comunità Montana, per intercessione del factotum politico del Vallo, dichiara che la strada ci vuole, perché, altrimenti, non renderebbe agevole il collegamento tra i lotti industriali. La Comunità Montana aveva già preso la sua decisione nel Febbraio del 2003, quando questo esperto ambientale parlava nel Consiglio sassanese. Questi i nostri conterranei.
La minoranza (non opponente) è confluita nell’unica lista di questa attuale amministrazione. Il sindaco è dunque un “amministratore unico” del consesso. Non hanno nemmeno fatto un comizio, per non esporsi troppo. Si conservano bene, tuttavia: trent’anni di potere politico (e non solo!) incontrastato, incontrastabile. Ci sono personaggi che si sono venduti l’anima e l’acquedotto a Vallo della Lucania, dove regna la vera politica, che ha decretato la morte sociale di questo pezzo di Regione, condannandola all’isolamento con la disattivazione del servizio ferroviario, con lo scippo della sanità, con l’accentramento delle decisioni sul Parco Nazionale del Cilento (qualcuno addirittura omette di aggiungere il resto). Amici, parenti, e amici degli amici. Questa la logica. E poi dello sviluppo locale chi se ne frega? Basta che un vassallo fidato occupi la poltrona di primo cittadino, che dia garanzie, che non arrechi disturbo al manovratore regionale. Qui è rimasto solo da fare affari con l’immondizia; e anche questo business dobbiamo pagarlo a caro prezzo noi, solo noi.
Vi sembra assurdo tutto ciò? E che cosa volete che sia in una Regione dove la frazione umida, per la spiccata capacità dei nostri amministratori, se ne va in vacanza sulle coste della Sicilia? E, alla fine, a pagare saremo sempre noi, se non prenderemo coscienza di questi fatti e non sapremo reagire all’assurdo che ci circonda, proprio quando ci dicono di tacere anche sui mezzi di comunicazione di massa.
 
Roberto De Luca
 
 

Sala Consilina, 20 Giungo 2008




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