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Buccino: Il raptus dell’assassino: «Basta con la dieta»


18-04-2008

Ha esploso cinque colpi di fucile, Gregorio Iuzzolino, 67 anni. L’allevatore di vacche ha puntato l’arma contro la sorella, Antonia, di 76 anni. Il primo colpo l’ha scaraventata a terra. Il secondo colpo le ha sfondato il petto. La donna non ha avuto scampo, è morta sul colpo. L’allevatore di Buccino ha poi girato il fucile Atis, calibro 12, verso il cognato che gridava. Ha sparato. Il primo colpo ha raggiunto Giuseppe Ianniello, 76 anni, alla mano sinistra. Gliel’ha spappolata. La seconda esplosione lo ha colpito al petto, uccidendolo sul colpo. Quattro colpi a bruciapelo. Due per la sorella, due per il cognato. Con un solo colpo in canna, poi, Gregorio è rientrato in casa. Ha voltato il fucile, l’ha poggiato sul petto e ha fatto fuoco, suicidandosi. La scena del delitto è stata ricostruita nei minimi dettagli dai carabinieri della compagnia di Eboli e della caserma di Buccino, coordinati dal maggiore Nobile Risi. L’Atis era regolarmente detenuto. A quanto pare, Iuzzolino aveva in casa altri due fucili da caccia e una pistola. Tutti denunciati all’autorità. Nella stalla aveva 40 vacche, nel recinto 50 pecore. Gregorio non sopportava l’apprensione della sorella Antonia. Da quindici giorni, da quando erano state redatte le analisi, Antonia gli chiedeva di mettersi a dieta: «Bevi meno vino, mangia di meno. Hai la pressione arteriosa alta, le transaminasi e i trigliceridi oltre il limite. Il dottore ha detto che devi stare attento». Gregorio aveva messo il broncio. A pranzo non si presentava più. Da otto anni, da quando erano morti i genitori, fratello e sorella avevano mangiato sempre insieme. Qualche battibecco, pochi litigi, screzi comuni a tutte le famiglie. Quando però Gregorio si è fatto prelevare il sangue ed è uscito l’esito, il rapporto con Antonia si è alterato. Lei, la sorella premurosa, invitava lui a moderarsi a tavola. Un solo bicchiere di vino, piatti meno conditi, cibi grassi eliminati. Un ritornello insopportabile, erano per Gregorio le raccomandazioni alimentari. È nata così la tragedia di mercoledì. Alle 17, Gregorio ha deciso di porre per sempre fine alla sua vita. Ma ha deciso di farla pagare anche alla sorella e al cognato. Ha atteso che le attività nel vivaio rallentassero, che ci fosse meno gente in giro, lungo la stradina che costeggia le tre case agricole degli Iuzzolino. Imbracciato il fucile, si è presentato nella cucina dove ha pranzato per anni con la sorella e il cognato. E ha fatto fuoco. Prima da distanza discreta. Poi a bruciapelo. I Ris hanno trovato tutto. I bossoli, a terra. Un colpo inesploso, nella tasca dell’omicida. Iuzzolino non aveva precedenti penali, né problemi di salute. A Buccino lo descrivono come «un uomo con problemi depressivi», ma gli investigatori escludono che sia mai stato in cura in ospedale o all'Asl. La famiglia Iuzzolino viveva in contrada Sant’Antonio dal 1960. Gregorio aveva condiviso l’abitazione con i genitori, fino alla loro morte. Accanto alla vecchia casa agricola si era costruito una nuova abitazione, dove si ritirava ogni sera. Una vita nei campi. Le tre vittime erano tutti agricoltori, da qualche anno in pensione. Nessun problema economico li attanagliava. Nessun contrasto sistematico li divideva. Almeno fino al prelievo di sangue. Per custodire la salute del fratello, Antonia ci ha rimesso la vita. E con lei, è morto anche il marito. Ieri mattina, nell’obitorio dell’ospedale di Eboli, il medico legale Giovanni Zotti ha effettuato l’esame esterno sulle salme. Quindi, il perito è andato in Procura, a Salerno, per comunicare i risultati al pm Maria Cristina Minerva. Il medico legale sembra orientato a dare il via libera per il funerale. Di fronte alle ferite mortali, l’autopsia appare una mera formalità.


FRANCESCO FAENZA
tratto da: www.ilmattino.it



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