L’ex Pastificio Spinelli salvato dalla distruzione Diverrà un Centro servizi per l’imprenditoria agricola del Vallo di Diano L’Amministrazione acquista parte della struttura esempio di archeologia industriale dell’800 Una parte dell’ex Pastificio Spinelli, uno dei rari esempi di archeologia industriale dell’Ottocento nel Vallo di Diano, dopo anni di abbandono sarà acquistato e ristrutturato dall’amministrazione comunale di Sant’Arsenio, per essere poi riconvertito in un Centro Servizi per l’imprenditoria agricola. La struttura, in seguito ai danni provocati dall’incuria e dal sisma del 1980 che hanno portato al crollo di parte della ciminiera principale e di alcune mura, sarà completamente ristrutturata, pur mantenendone le caratteristiche originali, tipiche dell’industria ottocentesca. L’acquisto di una parte dell’ex Pastificio Spinelli, tra cui i magazzini, alcuni locali interni e i depositi del grano, e i lavori di ristrutturazione saranno realizzati grazie ai fondi concessi dalla Regione Campania e dalla Comunità Montana del Vallo di Diano, concessi in base al Patto territoriale agricolo. A breve, quindi, saranno assegnati i lavori, per un importo complessivo di circa 890 mila euro, mentre ammonta a 350 mila euro il finanziamento per l’acquisizione di parte dello stabile. “L’ormai imminente conclusione dell’iter tecnico amministrativo per il recupero e il riuso di parte dell’ex pastificio Spinelli – ha spiegato l’assessore alle Opere pubbliche del Comune di sant’Arsenio, Donato Pica – rappresenta un punto di arrivo di notevole importanza non solo per la comunità locale, ma per l’intero comprensorio del Vallo di Diano. Attraverso la realizzazione di un centro servizi per l’imprenditoria agricola che consenta agli operatori del settore di avere finalmente gli opportuni punti di riferimento per contributi, investimenti e realizzazione dei progetti agricoli”. Il Centro servizi, infatti, diventerà il punto di incontro tra i tanti agricoltori del Vallo di Diano e le istituzioni, non solo dal punto di vista del supporto informativo e burocratico, ma anche per l’analisi e la concessione di contributi e finanziamenti dedicati al settore. Il pastificio, quindi, sarà riportato all’antico splendore, salvando così una delle poche opere del Vallo di Diano che è possibile definire di archeologia industriale, una branca che ha come oggetto di ricerca tutti quei manufatti, dalla Rivoluzione Industriale alla metà del ‘900, che sono stati concepiti allo scopo di produrre e immagazzinare e di far lavorare l'uomo (fabbriche, siti industriali et similia). Tra i maggiori esempi di ristrutturazione e riconversione di antiche fabbriche, il Lingotto di Torino, storico stabilimento di produzione FIAT o, in Lombardia, il Cotonificio Muggiani a Rho, e il corso del fiume Caldone (a Lecco) dove sono presenti sistemi idraulici per sfruttare l'energia dell'acqua. Questi sistemi servivano a fornire energia alle numerose officine che lavoravano materiale ferroso nate e sviluppatesi nel 1800. Nel Vallo di Diano, quindi, è uno dei primi esempi di riconversione di una struttura che affonda le radici nella metà dell’Ottocento. Il pastificio fu costruito in località “Foce”, a poca distanza da un corso d’acqua che permetteva alle pale di funzionare. Fu acquistato nel 1867 dalla famiglia Spinelli, di cui oggi ancora porta il nome. Negli anni divenne uno dei principali pastifici della provincia di Salerno, fino agli inizi del secolo scorso, quando le commesse, che prima giungevano da tutto il Meridione, calarono progressivamente a causa delle difficoltà logistiche di esportazione dei prodotti.

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