Cresce in queste ore l’attesa e si organizzano avvocati amministratori e cittadini per andare a Roma giovedì e partecipare alla manifestazione nazionale indetta dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura per far valere i propri diritti sulla legge inerente la revisione della geografia giudiziaria in Italia e intavolare un dialogo con il Governo. All’evento tanto atteso sarà presente anche una corposa delegazione dal Vallo di Diano che si sente vittima di un doppio torto: il tribunale salese, si sa, è stato accorpato quello di Lagonegro che si trova in Basilicata e per giunta assai più piccolo. Tanti i punti su cui manifestare: gli interventi normativi estemporanei realizzati con l’abusivo ricorso alla decretazione d’urgenza e ai decreti legislativi, si sono rivelati assolutamente inadeguati a risolvere i problemi della Giustizia nel nostro Paese; i continui aumenti dei costi a carico dei cittadini (contributo unificato e bolli) costituiscono veri e propri ostacoli per l’accesso alla giurisdizione; è stata reintrodotta, con modifiche formali, la Mediazione obbligatoria, nonostante la dichiarazione di incostituzionalità della Consulta; il taglio ai compensi al patrocinio a spese dello Stato diminuisce le tutele per i più deboli, la previsione di fornire le motivazioni della sentenza soltanto a chi possa anticipare parte del contributo dovuto per l’eventuale impugnazione, è inconcepibile per uno Stato di diritto; la prevista estensione della responsabilità per lite temeraria agli avvocati, la revisione della geografia giudiziaria, realizzata senza confronto con le comunità, Avvocatura e Magistratura, ha prodotto risultati fallimentari, paralizzando per tempi inaccettabili la giustizia; la riforma ha determinato aumenti dei costi per i cittadini. E il Tribunale di Lagonegro continua a dare prova della sua inefficienza per le gravissime carenze di organico; persiste inalterata la drammatica situazione di sovraffollamento delle carceri in Italia. E le intercettazioni dei colloqui tra difensore e assistito costituiscono gravi violazioni dei divieti previsti dalla legge e delle libertà costituzionali. Insomma ci sarà tanto da dimostrare a Roma per far valere le proprie ragioni. Uno su tutti i tribunali soppressi: Sala Consilina, unico caso in Italia ad essere stato accorpato a un tribunale in altra regione senza alcun risparmio di spesa ma con aggravio notevole di problematiche.
Antonella Citro
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