Un tavolo tecnico entro dieci giorni alla presenza di esponenti dell’Arpac Asl Comunità Montana e tecnici interessati per fare quadrato intorno la questione dei rifiuti tossici nel Vallo di Diano e capire se effettivamente c’è il pericolo che negli anni passati si sia sversato veleno in quei terreni agricoli fonte inestimabile dell’economia locale e punto di riferimento di moltissime famiglie e consumatori. Questo è quanto emerso dalla intensa quanto brevissima mattinata consumatasi tra Sant’Arsenio in località Sannizi, San Pietro al Tanagro in località Tempa Cardona, San Rufo in località Via Larga e Teggiano in località Buco Vecchio dove le Commissioni Anticamorra presieduta da Gianfranco Valiante e quella Ecomafia presieduta da Antonio Amato si sono recati personalmente per accertarsi di quanto letto e sentito dire in questi mesi. Presenti stamane anche rappresentanti dell’Arpac, istituzioni e giornalisti. Un tavolo permanente servirà a capire quali azioni si dovranno intraprendere dalle analisi ai terreni alle eventuali bonifiche. Va detto che i siti in questione nel Vallo sono stati individuati, tramite coordinate GPS, dalla Procura di Santa Maria Capua durante l’inchiesta Chernobyl, iniziata nel 2006 e terminata a metà del 2007. Dal sopralluogo odierno dunque si spera si possa incominciare a comprendere – soprattutto - quale sia la perimetrazione esatta dei luoghi e, qualora i terreni siano ancora sotto sequestro, se essi sono stati custoditi in modo opportuno nel corso degli anni. Intervenuto anche il proprietario di un terreno sequestrato che ha ammesso di non avere mai sversato illecitamente rifiuti e che si tratta al massimo di compost cioè concime usato solo in superficie non interrato. Quindi il dato rilevante è che non si tratta di rifiuti tossici. Intanto cresce l’attenzione intorno il processo Chernobyl in corso a Salerno.
Antonella Citro
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