Si terrà domenica 19 gennaio alle 18:00 all’Auditorium di Atena Lucana l’incontro pubblico promosso dal comitato #dianoinpiena per tornare a parlare della inchiesta Chernobyl relativa allo sversamento di materiali illeciti anche nel Vallo Diano. Gli organizzatori, dopo la forte partecipazione registrata la scorsa settimana, hanno deciso di tenere alta l’attenzione sull’argomento che continua a scottare. Intanto si continua a discutere della inchiesta partita nel 2006 dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua a Vetere che vede coinvolti numeri territori della Campania e non solo che in questi anni sarebbero stati preferiti, come si legge negli incartamenti giudiziari, da azioni illegali legate alle cosiddette ecomafie. Una situazione più e più volte denunciata che già nei primissimi atti giudiziari a firma del Procuratore della Repubblica Ceglie chiamava i comuni del Vallo a rispondere di eventuali responsabilità. Eppure in questi anni si è cercata sempre la verità senza mai forse trovarla. Restano gravissimi i reati contestati: associazione a delinquere finalizzata alla commissione di delitti ambientali inerenti il traffico illecito di rifiuti speciali, il danneggiamento aggravato, la gestione illecita di rifiuti inquinanti dispersi nell'ambiente, il disastro ambientale, falsi e truffa aggravata ai danni di enti pubblici). L’operazione Chernobyl comportò 38 provvedimenti di fermo, 4 aziende 1 terreno e 37 autoarticolati sequestrati e ben 7 milioni e mezzo di euro di profitti illeciti adesso pare prendere una svolta decisiva e continua a sconvolgere il comprensorio. Un’ accusa che si legge negli atti che ha contribuito dolosamente a determinare un disastro doloso ambientale cagionato dalle condotte criminose dei componenti della organizzazione criminale, i quali partecipando al sodalizio criminoso in modo continuativo e permanente ed apportando il proprio materiale contributo cagionavano dolosamente un disastro ambientale a causa dello spandimento ed illegittimo smaltimento dei rifiuti, la cui tipologia è stata precedentemente specificata, nonché attraverso lo smaltimento dei rifiuti liquidi provenienti dal porto di Napoli, per un ammontare complessivo , dal gennaio 2006 al luglio 2007, paria circa 980.000 t di rifiuti abbandonati nell'ambiente. Un’attenzione che continua a crescere anche da parte del Tg3 che attraverso le inchieste di Fabrizio Feo giunge sui luoghi colpiti dalla vicenda rifiuti tossici e pericolosi e intanto ci si prepara alla prossima udienza del 30 gennaio al Tribunale di Salerno quando diversi comuni valdianesi hanno deciso di costituirsi parte civile.
Antonella Citro
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