Trentotto morti e 10 feriti. È il terribile bilancio, comunicato dal prefetto di Avellino, Umberto Guidato, della strage del bus finito in una scarpata ieri in tarda serata sull’A16 Napoli-Bari, nell’Avellinese.
Il bus è precipitato dopo aver urtato altre vetture. Quattro delle vittime sono decedute in ospedale (due persone sono morte nell’ospedale Moscati di Avellino e due in quello di Solofra), dove erano state ricoverate. Dei feriti alcuni sono in gravi condizioni. Tre sono bambini.I corpi estratti dalle lamiere sono stati portati nella palestra del comune di Monteforte Irpino (Avellino) per il riconoscimento da parte dei familiari.
LE VITTIME
In gita, tutti insieme, ci andavano spesso. Si conoscevano quasi tutti le vittime dell’incidente. Secondo quanto raccontano alcuni parenti delle vittime davanti alla camera ardente allestita nella scuola di Monteforte Irpino (Avellino), sull’autobus c’erano chi aveva deciso di trascorrere un fine settimane al complesso termale di Telese Terme (Benevento). Una gita che ieri ha previsto una tappa anche a Pietrelcina, nei luoghi di Padre Pio.
Ad organizzare la gita «come sempre», raccontano amici e parenti, era stato Luciano Caiazzo, salumiere di Pozzuoli (Napoli) che, neanche un mese fa, aveva compiuto 40 anni e che è fra le vittime dell’incidente. «Gli avevamo organizzato una festa a sorpresa - racconta Anna Caiazzo, che lavorava con lui -; era la sua passione organizzare gite. Fra dieci giorni dovevamo partire per la Croazia, tutti insieme, come sempre».
LA CAMERA ARDENTE
Prima le bare, poi le valigie. Anche una piccola, rosa, con l’immagine di Hello Kitty. Urla di dolore, nel piazzale della scuola di Monteforte Irpino (Avellino), dove la palestra è stata trasformata in camera ardente. Urla Mena di Pozzuoli. Ha appena saputo che sua sorella Enza, casalinga di 60 anni, è morta, così come il cognato.
«Ho sentito mia sorella l’ultima volta alle 8:30 di ieri sera. Era felice, era tranquilla», racconta. Poi quasi una beffa: la sorella di Mena è infatti morta in ambulanza, non sul luogo dell’incidente. «Abbiamo sperato fino all’ultimo, fino all’ultimo che fosse viva», il lamento straziante della sorella.
IL RICONOSCIMENTO DELLE VITTIME
Un tragico appello, poi il momento del riconoscimento. È così che i parenti delle vittime dell’incidente in Irpinia stanno vivendo gli attimi forse più duri. «Si preparino i parenti di...»: è così che gli agenti di Polizia chiamano ad uno ad uno i parenti delle vittime riuniti alla camera ardente allestita nella palestra della scuola media di Monteforte Irpino. Ci sono figli, nipoti. Si conoscono quasi tutti: «siamo parenti e vicini di casa», raccontano. Quasi tutti la notizia della strage l’hanno appresa della tv.
«Stavo sentendo il tg quando hanno detto che un bus era finito in una scarpata - dice Mario Terracciano, che nell’incidente ha perso sua mamma Barbara e suo papà Mario, tutti di Pozzuoli - ho sentito che veniva da Telese Terme, ho capito subito che si trattava di loro. Avevo sentito mia mamma poche ore prima, si era preoccupata del mio pranzo». Nell’incidente Mario ha perso anche i suoi zii: «Una settimana fa erano stati in Calabria, erano persone semplici che volevano solo qualche ora di serenità».
L’INCHIESTA
La procura di Avellino ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo in relazione all’incidente. Gli accertamenti giudiziari saranno finalizzati a far luce non solo su eventuali responsabilità dell’autista, che è morto nell’incidente, ma anche sulle condizioni tecniche dell’autocorriera (freni e pneumatici).
Inoltre, sarà verificato il corretto segnalamento dei cantieri autostradali presenti nella zona. L’inchiesta potrà poi riguardare anche la qualità tecnica della barriera di protezione che è stata abbattuta dall’autobus.
IL LUTTO
Il premier Enrico Letta ha annullato questa mattina una visita privata all’acropoli di Atene in segno di lutto per la tragedia stradale . Il presidente del Consiglio, in missione in Grecia, proseguirà la sua agenda della mattinata con gli impegni ufficiali, che lo vedranno tra l’altro incontrare il primo ministro Antonis Samaras.
tratto da: www.salernonotizie.it |